Juventus 1-0 Torino sintesi commenti foto

Il Torino non vince il derby da 13 anni e non segna nella stracittadina da ben cinque partite (compresa quella di stasera). Nemmeno Gianni Calone, che pure ci ha messo del suo anche in questa occasione, è riuscito ad invertire la tendenza. Granata troppo scarsi anche per una Juve ancora in convalescenza: decide un gol di Amauri. Pardon, di Calderoni. La conclusione del brasiliano è più innocua di un'intervista di Gigi Marzullo, ma il portiere del Toro, per agli amici Camay, si lascia sfuggire incredibilmente il pallone. I granata - due punti nelle ultime 6 partite - confermano di essere una delle squadre più modeste del campionato. Meglio non esaltarsi, quindi, per una vittoria in un certo senso dovuta.

Non si entra in una crisi con una sola sconfitta, e non se ne esce con una singola vittoria. Per questo la Juve vuole definitivamente scacciare il momento-no dopo il bel successo contro il Real, ma l’avversario di stasera è il coinquilino dell’Olimpico, un Torino che ha voglia di riscatto dopo un avvio di campionato non all’altezza delle aspettative, e che per ritrovarsi non chiede di meglio che affrontare la Vecchia Signora. Questi gli stati d’animo delle due protagoniste del derby della Mole, una partita in cui i valori reali delle squadre scompaiono sotto un ampio strato di rabbia agonistica, tensione e voglia di vincere.

In campo Ranieri rischia Legrottaglie mandandolo in campo dopo l’infortunio di mercoledì sera; a centrocampo Marchionni a destra, De Ceglie a sinistra con Sissoko e Nedved ad agire da centrali. Nel Toro sorprese soprattutto a centrocampo: Barone prende il posto di Saumel, e Rubin, solitamente terzino, è schierato ala sinistra. In porta c’è Calderoni a sostituire l’indisponibile Sereni, in avanti Rosina a supporto di Bianchi.

Si gioca Il ritmo inizialmente è alto e la Juve va vicina al gol con Sissoko per due volte nei primi 10 minuti. Le squadre però sono corte e le difese molto alte: a risentirne, ovviamente, è la fluidità del gioco. Alla prima (splendida) iniziativa di Del Piero Calderoni fa un doppio miracolo su due tiri di Marchionni a colpo sicuro. Da qui la partita perde brillantezza, con i bianconeri unici a provare qualche iniziativa su un Toro molto passivo. Nell’ultimo quarto d’ora Manninger combina un paio di pastrocchi che il Torino non riesce a sfruttare, prima che la partita si innervosisca visibilmente dopo qualche entrataccia di troppo di matrice granata.

Come contro il Real Amauri va a segno a inizio secondo tempo, dopo un tunnel su Di Loreto e con la collaborazione di Calderoni. La Juve vorrebbe spingere sull’acceleratore ma le fatiche di Champions si fanno sentire e il Toro, svegliato dallo schiaffo dell’1-0, rischia di pareggiare. Pian piano i bianconeri si disuniscono e il Toro preme sempre di più. Così entrano Abbruscato, Amoruso e Ventola nello schema “palla dentro e pedalare” creando grossi grattacapi alla Juve, che però resiste stoica fino alla fine, ritrovando una sofferta vittoria in campionato.

La chiave Come l’anno scorso, un derby bruttino e teso viene risolto dal goleador di turno della Juve. Siccome Trezeguet non c’è, chi può ovviare alla sua assenza meglio di Amauri? Un gol partito da una bella giocata e tanto tanto lavoro. Povero Calderoni, croce e delizia del suo Torino.

La chicca La serie di infortuni della Juve ha dell’incredibile: a fine primo tempo Grygera chiede il cambio per un risentimento muscolare. Ranieri decide di far entrare Brazzo Salihamidzic, che però si fa male nel riscaldamento, costringendo il tecnico a mettere in campo Mellberg. I bianconeri ultimamente marciano a una media di un infortunio a partita, stavolta sono addirittura due!

Top&Flop Amauri è l’ago della bilancia, Legrottaglie un muro nel momento di maggiore sofferenza. Del Piero, apparentemente in vena, dura solo un’ora, e la coppia della fascia sinistra Molinaro-De Ceglie ha tanta corsa ma poca tecnica. Nel Toro male Bianchi e la costruzione del gioco, anche a causa di un Rosina piuttosto irriconoscibile.